Fino a pochi anni fa, pianificare un viaggio significava aprire Google, digitare la destinazione e sfogliare blog, portali turistici o forum. Oggi, per un numero crescente di persone – soprattutto le nuove generazioni – la ricerca parte da Instagram, TikTok o YouTube. Lì si trovano ispirazioni visive, esperienze autentiche e consigli immediati. In altre parole, i social hanno smesso di essere solo piattaforme di intrattenimento: stanno diventando sempre più strumenti di ricerca attivi, capaci di orientare le decisioni di acquisto e influenzare concretamente i comportamenti dei viaggiatori.

Questa evoluzione non è marginale. È una trasformazione profonda del modo in cui le persone scoprono il mondo, scelgono dove andare, cosa fare e – dettaglio fondamentale per chi lavora nel turismo – dove alloggiare. Per hotel e strutture ricettive, ignorare questo cambiamento significa restare fuori dalle conversazioni che contano.

Dalla keyword al feed: come cambia il viaggio nella mente dell’utente

Il passaggio da Google ai social non è solo una questione di piattaforma. È una rivoluzione di approccio. Mentre su un motore di ricerca tradizionale l’utente parte da una domanda chiara (“migliori hotel con spa in Toscana”), sui social il percorso è molto più fluido e visivo. Si tratta spesso di una navigazione senza meta precisa, un’esplorazione emozionale dove ci si lascia guidare da immagini, video e testimonianze.

E questo ha un impatto diretto sul settore travel. Quando qualcuno vede un reel con il tramonto su una terrazza vista mare o una colazione servita in camera con vista panoramica, l’interesse nasce in modo spontaneo, non pianificato. È una scoperta “accidentale” ma potente, che accende il desiderio di partire.

I social diventano così motori di ricerca per ispirazione, dove il bisogno non è preesistente ma viene generato dal contenuto stesso. È un capovolgimento del paradigma: non si cerca per trovare, ma si trova e poi si desidera.

Perché i social sono perfetti per il turismo (e per chi lavora nel marketing degli hotel)

Il turismo è, da sempre, un settore che vive di immagini, emozioni, aspirazioni. Nessun altro mezzo, oggi, riesce a rappresentare questi elementi meglio dei social media. Video brevi, caroselli fotografici, storie quotidiane, recensioni raccontate in prima persona: ogni contenuto condiviso può diventare un punto di contatto tra una struttura ricettiva e il suo prossimo ospite.

Ma attenzione: la sola presenza social non basta più. Non è sufficiente pubblicare una bella foto di una camera o l’ennesimo piatto gourmet. Serve un approccio strategico, coerente, autentico. Occorre trasformare il proprio profilo social in una vetrina dinamica, che racconti una storia coerente con l’identità della struttura e capace di coinvolgere il target giusto.

La parola d’ordine è storytelling. Gli utenti vogliono vedere cosa succede dietro le quinte, sentire la voce di chi ci lavora, percepire l’atmosfera reale del luogo. Solo così un hotel può diventare memorabile e conquistare visibilità nel feed degli utenti che ancora non lo conoscono.

Dall’ispirazione alla prenotazione: il nuovo funnel è social

Un tempo, il percorso dell’utente era lineare: ricerca → sito → prenotazione. Oggi è decisamente più articolato. Le persone scoprono una struttura su Instagram, magari attraverso un contenuto virale, poi la seguono, leggono i commenti, cercano altre recensioni su TikTok, e solo dopo – forse – visitano il sito ufficiale.

In altre parole, il viaggio dell’utente comincia e si sviluppa sui social. E spesso si conclude lì, se si utilizzano strumenti come il booking diretto via link in bio, WhatsApp Business, o collegamenti integrati.

Per questo, ogni contenuto postato non è solo comunicazione, ma può diventare parte di un funnel di conversione, se pensato con cura: una storia può incuriosire, un reel può informare, un commento può rassicurare.

Consapevolezza + strategia = visibilità

Molti hotel, purtroppo, sottovalutano il potere dei social. Affidano la gestione dei profili a personale non formato o si limitano a contenuti standardizzati e poco creativi. Eppure, bastano pochi accorgimenti per iniziare a ottenere risultati:

  • Investire in contenuti autentici, magari prodotti insieme agli ospiti stessi.

  • Collaborare con micro-influencer che condividono lo stile e i valori dell’hotel.

  • Raccontare la quotidianità della struttura, non solo i suoi “punti forti”.

  • Usare reel, storie e video brevi per aumentare la portata organica.

Questi strumenti non richiedono grandi budget, ma consapevolezza e coerenza narrativa. E rappresentano oggi una delle leve più efficaci per distinguersi nella massa di contenuti digitali.

Il valore dell’autenticità in un mondo di algoritmi

Nel mondo social, vince chi riesce a essere autentico. Non servono video super montati o campagne da decine di migliaia di euro. Gli utenti apprezzano i contenuti veri: una receptionist che racconta la sua giornata, un ospite che descrive la colazione, un dettaglio inaspettato della camera.

L’autenticità costruisce fiducia. E la fiducia, nel turismo, è la base di ogni prenotazione.

La nuova mappa del viaggio passa dai social

Ignorare l’impatto crescente dei social come nuovi strumenti di ricerca e ispirazione turistica è ormai una scelta miope. Le persone cercano esperienze, non solo informazioni. E le trovano là dove emozione e immediatezza si incontrano: nel feed dei social network.

Per gli hotel e i professionisti del settore, il messaggio è chiaro: essere presenti è solo il primo passo. Per emergere, occorre saper comunicare nel linguaggio dei social, creando contenuti capaci di accendere la curiosità, alimentare il desiderio e guidare l’utente lungo il suo viaggio, fin dalla primissima ispirazione.