Il periodo storico nel quale siamo immersi ci ha fatto vivere eventi che fino a poco tempo fa era possibile immaginare, con l’unica differenza che oggi abbiamo una consapevolezza nettamente diversa rispetto a quella che avevamo in passato.

La pandemia che si è sviluppata nel 2020 ha messo in ginocchio numerosi settori dell’economia mondiale ma alcuni, come il turismo, ne sono rimasti maggiormente lesi. La ragione di ciò è da ricercarsi nella loro natura: spesso essi (come accade per il turismo) si fondano sulla condivisione di momenti, di situazioni di ambienti.

È indubbio come abbiamo dovuto, a causa delle situazioni contingenti, isolarci, evitare di incontraci, e rinunciare al cosmopolitismo che con molta difficoltà ci eravamo guadagnati, che ci permetteva in un certo senso di unificarci.

La situazione poi nei mesi si è cronicizzata in una chiusura sempre più generalizzata e trasversale. Molte piccole e medie realtà non sono sopravvissute sotto il peso dei costi di gestione che inevitabilmente dovevano continuare a mantenere.

La situazione insomma era ingestibile. Alla oggettiva drammaticità dei fatti si è unita anche la diffusione tra gli animi delle persone di un senso di grande paura e apprensione che le ha chiuse ancora di più, non solo in casa ma in loro stesse.

Ora dobbiamo cercare di risollevare un settore che è in grado, quanto a regime, di garantire lavoro a migliaia di persone e riuscendo a valorizzare le bellezze che ci circondano.

Ma chi dobbiamo cercare di rassicurare sulla sicurezza del viaggiare?

Oggi, e sono numerose le prove che abbiamo a sostegno di ciò, ci confermano come i giovani abbiamo mantenuto una certa voglia di evasione (intesa ovviamente dalla loro quotidianità) e di esplorazione nei confronti di nuove realtà.

Loro infatti non necessitano di convincimento. La fascia d’età che è forse più difficile è quella dai cinquanta in su dove viene richiesta una grande sicurezza in numerosi ambiti.

Ma come fare a garantire e soprattutto dimostrare la sicurezza del viaggio?

Per attirare la clientela il ristoratore / albergatore/ o l’operatore del turismo in generale deve puntare sulla rassicurazione dei clienti, indicando loro, con minuzia di dettagli (fattore al giorno d’oggi essenziale) tutte le misure che ha provveduto ad adottare per garantire la maggiore sicurezza per il soggiorno dei suoi ospiti.

Lo stile espositivo, per descrivere ciò, deve essere informativo; lo scopo è quello di fornire semplicemente delle informazioni al cliente. L’albergatore deve proporsi come perfettamente in linea con le direttive ministeriali, anche nel caso di una loro veloce variazione. Questo comportamento virtuoso lo farà apparire, agli occhi dei suoi ospiti, come estremamente attento alla loro salute. Sarà in questo modo infatti che fornirete loro un altro motivo per scegliervi.

Insomma le linee guida comunicative di questo periodo sono, dunque: chiarezza, semplicità e coerenza. Se adotterete questo stile espositivo, anche nella vostra pubblicità, riuscirete sicuramente a rialzarvi da questo periodo che ha distrutto o seriamente danneggiato quello che con molta difficoltà era stato guadagnato.