Ogni generazione viene etichettata in qualche modo, difatti, dopo i Millennials e la Generazione Z, ecco la Generazione Alpha. Hanno da pochi mesi fino ad un massimo di 8 anni, non hanno la minima idea di cosa sia un mondo senza tecnologia e senza la possibilità di accedere a qualsiasi informazione rapidamente, e le loro mani toccano un device mobile ancor prima di toccare una penna.

I bambini sono i nuovi protagonisti della società e influenzano il comportamento delle famiglie anche in ambito travel.

Nuova generazione, nuovo target

I Millennials e la Generazione Z sono state sfide molto importanti per i travel marketer. Ogni generazione porta con sé delle fisiologiche evoluzioni, ma con le ultime abbiamo assistito a delle vere e proprie rivoluzioni repentine e per certi aspetti imprevedibili.

Con la Generazione Alpha tale sfida si rinnova, e tutti i nati dopo il 2010 sono diventati parte del nuovo target. Potenzialmente gli Alpha sono i nativi digitali più longevi, ricchi e istruiti e nel 2025 rappresenteranno quasi un terzo della popolazione mondiale. Quasi inutile sottolineare come siano numeri molto importanti.

Anche se giovanissimi e non in grado di effettuare acquisti in modo autonomo, hanno il potere di influenzare notevolmente le scelte famigliari, anche in ambito viaggi. Ci troviamo di fronte ad una sorta di approccio indiretto: “colpire” gli Alpha per arrivare alle loro famiglie, o per dirla in altre parole, adeguarsi alle esigenze e ai desideri dei bambini per soddisfare quelle dell’intero nucleo.

La Generazione Alpha nel settore viaggi

Una volta chiariti per il marketing in generale quali sono gli aspetti che caratterizzano la Generazione Alpha, ora ci soffermeremo su quale sia la sua importanza in ambito travel. Come anticipato, i bambini sono in grado di influenzare le scelte dei genitori per quanto concerne i viaggi. Tale aspetto non dovrebbe essere trascurato ad esempio dagli albergatori o comunque dai titolari di strutture ricettive.

Secondo alcuni studi di settore, infatti, la durata media dei soggiorni delle famiglie con al seguito dei bambini, è stimata sui 7 giorni. Per non perdere un simile potenziale quindi, l’indicazione potrebbe essere quella di creare dei pacchetti appunto della durata di 7 giorni, evitando durate inferiori o maggiori perché poco richieste.

Un secondo aspetto da considerare, sempre in ambito travel, è quello della mutazione che il mondo del lavoro ha avuto per i Millennials, abituati oramai a lavorare sempre più spesso “da casa”. Ciò non significa necessariamente che la professione debba svolgersi tra le quattro mura di un’abitazione o un ufficio. Il cambiamento più profondo riguarda difatti la mobilità del lavoro, intesa come la non presenza di un luogo fisso dove esercitare.

Da questo si evince come un secondo accorgimento che gli albergatori dovrebbero adottare, a patto che l’hotel o l’albergo ne abbia le caratteristiche, è quello di promuovere la struttura sia come adatta ad un contesto famigliare, che ad uno business.