Da più di un anno a questa parte tutto il mondo sta affrontando una pandemia che, in modo sostanziale, ha colpito più o meno tutti.

Uno dei settori che maggiormente ha subito in modo duro tutti gli effetti collaterali derivanti da una situazione sanitaria così delicata è indubbiamente quello del mondo dei viaggi e del turismo in generale. Infatti, i viaggi non estremamente essenziale sono stati ridotti all’osso, con un calo degli spostamenti che ha causato una perdita di 318 miliardi di dollari per tutta l’infrastruttura del settore turistico.

Nonostante l’attenzione da parte dei turisti sia ancora molto alta, e la situazione è ben lontana dal ritenersi risolta, si è visto un incremento piuttosto interessante riguardo il trend verso le prenotazioni dei viaggi a brevissimo termine o a lungo termine.

Nell’aria ancora è ben presente un senso di diffidenza, angoscia e paura che non permette di tornare a viaggiare come prima. Questo però non ferma quell’irrefrenabile voglia di uscire da questa bolla che da più di un anno ci tiene alienati dal resto del mondo, e per farlo i traveller aggirano le incertezze di questo periodo così turbolento prenotando viaggi a brevissimo termine, quindi con poco impegno, oppure a lungo termine, sperando che tutto torni alla normalità il prima possibile.

La pandemia ha stravolto il Customer Journey del turismo

Con il Covid il Customer Journey del settore turistico ha intrapreso la strada verso una nuova era, una nuova concezione e abitudine di organizzare e pensare ad un viaggio.

Con questo si intende dire che ad oggi, nell’era coronavirus – ma lo sarà almeno per un paio di anni a venire -, i consumatori hanno stravolto le loro abitudini di acquisto e prenotazione dei viaggi. Infatti, ora il trend che va per la maggiore è quello di prenotare i viaggi con pochi giorni di anticipo dalla data di partenza e non più organizzare con largo anticipo la propria vacanza.

Un cambiamento che crea una reazione a catena

Questo drastico cambio di modus operandi da parte dei consumatori ha avuto un effetto direttamente proporzionale anche su tutta l’infrastruttura che si occupa di fornire i servizi per il viaggio, come compagnie aeree, strutture ricettive e attività locali.

In questa situazione tutti i fornitori di servizi del mondo del travel devono essere in grado di offrire agli interessati informazioni continuamente aggiornate e devono essere pronti a delle prenotazioni che avverranno in finestre di tempo particolarmente ristrette.

Questo si traduce in un maggior lavoro gestionale, che sia in grado di pensare e mettere in atto strategie di offerte last minute valide, aggiornare in modo interessante e intelligente i propri canali di comunicazione ed essere pronti a richieste imprevedibili in lassi di tempo non che non vengono più spalmati in modo omogeneo nel tempo.

Cambia anche il budget messo a disposizione per un viaggio e le attività da svolgere, con un aumento della scelta verso località economiche e vicine.

La soluzione per agire al meglio quindi sarebbe quella di impostare campagne di marketing che vadano a concentrarsi su quelle che sono le varie condizioni di prenotazione, i servizi disponibili/inclusi e creare dei pacchetti allettanti anche per quei viaggiatori attenti al portafogli.