Uno dei temi di sicurezza nazionale più discusso dell’ultimo periodo è sicuramente rappresentato dal caro bollette e dalla crisi energetica che sta colpendo il nostro paese e il resto dell’Europa in modo drammatico.

A farne le spese non sono solo le fabbriche e le grandi industrie, ma anche il settore del turismo, da sempre fiore all’occhiello italiano, e oggi invece dolorosamente in ginocchio.

Alberghi in Italia in ginocchio

L’estate è andata, facendo registrare anche buoni bilanci nelle principali zone turistiche del nostro paese ma il futuro non sembra così tanto roseo per la stagione a venire.

Molti alberghi italiani stanno rischiando di gettare la spugna, come risposta a costi di gestione sempre più improponibili e un continuo arrancare con incertezza per il futuro.
Per la stagione invernale, l’aumento delle bollette di luce e gas porterà all’esaurimento dei margini per pagare i dipendenti non solo degli hotel ma di tutta la montagna, e così gestori di piste e impianti di risalita, ristoratori, centri benessere e così via, potrebbero trovarsi da qui a poco senza lavoro.

Caro Bollette: l’allarme di Federalberghi

La stagione invernale si trova quindi fortemente a rischio e a lanciare l’allarme è proprio Federalberghi che avverte: nei mesi a venire si concentrerà il maggior numero di chiusure, se non si riesce a trovare una soluzione.

E insieme alle strutture ricettive, l’intera stagione sciistica potrebbe fallire: gli operatori del turismo invernale devono infatti sostenere anch’essi le enormi spese per luce e gas, e aumentare nuovamente il costo dello Skipass, già incrementato nel 2021, non sembra essere una soluzione plausibile.

All’appello lanciato da Barnabò Bocca, presidente di Federalberghi, difatti si unisce il grido dell’Associazione nazionale degli eserciti funiviari, che gestisce gli impianti di risalita: mentre un tempo il costo dell’energia influiva del 10% circa, oggi abbiamo oltrepassato il 30%.

La vera sfida, commentano gli addetti alle funivie, sarà riuscire a non chiudere gli impianti di risalita, altrimenti sarà come uccidere la montagna una volta per tutte.

Aperture a singhiozzo: ecco le soluzioni messe in atto dagli albergatori

I proprietari di alberghi stanno cercando di trovare soluzioni momentanee all’emergenza: in Trentino per esempio, si è scelto di chiudere le saune e abbassare la temperatura delle piscine, in Val d’Aosta si è invece pensato di modificare del tutto gli orari di apertura.

E così, molti hotel, un tempo sold out già dalla primavera, si ritroveranno ad aprire solamente nel fine settimana o comunque quando il flusso di clientela è più abbondante, rimanendo del tutto chiusi nei periodi di bassa stagione.

Si è pensato anche ai piccoli dettagli, come allo spegnimento delle insegne esterne: si fa di tutto per scongiurare che i turisti si ritrovino costretti a rinunciare alla vacanza invernale.