L’intelligenza artificiale ormai tocca ogni ambito, dal settore primario al terziario, passando per le industrie. Molto spesso ciò che faceva l’uomo, per esigenze di produzione o costi, viene svolto da macchine o computer.

Questo è quello che sta accadendo anche nel mondo del lavoro turistico, dove i chatbot rappresentano un’innovazione tecnologica rilevante anche se non totalmente sfruttata in Italia e Europa.

Sono molteplici i motivi di questo inutilizzo: in alcuni casi può trattarsi di diffidenza da parte degli addetti ai lavori; in alcuni casi dalla difficoltà implementativa di questi tipi di programmi.

Comunque la si veda sembra che i chatbot stiano diventando un trend di mercato da non sottovalutare.

Cosa sono i chatbot?

I chatbot sono applicazioni software che sono in grado di interloquire e interagire con persone attraverso altre applicazioni di messaggistica famosi in tutto il mondo: da Facebook a Whatsapp, passando per Messanger, Wechat o semplici sms, ma anche da siti web.

Rappresentano e, in alcuni casi già lo fanno, l’evoluzione in divenire nel mondo dei servizi.
Questo tipo di applicazione vene spesso utilizzata per i servizi di relazione col cliente dalle compagnie telefoniche o da alcune multinazionali, ma pian piano l’utilizzo si sta spostando anche in altri ambiti e il turismo è sicuramente uno di questi.

I motivi dell’utilizzo di questi sistemi sono legati al contenimento dei costi aziendali oppure, secondo alcuni, al miglioramento dell’efficienza, alla sostenibilità turistica ma anche al bisogno di soddisfare il cliente nel minor tempo possibile.

Come funzionano i chatbot legati al turismo?

Ovviamente, come tutte le macchine anche il chatbot ha bisogno di ricevere degli input umani. Essi sono applicati attraverso dei programmi che restituiscono una risposta in base a determinate ricerche o ad alcune opzione precedentemente impostate. Si tratta, in pratica, di programmazioni basati sul trittico comando, azione e risposta.

Potrebbe sembrare semplice ma questi programmi presentano dei comandi abbastanza complicati. Per farli funzionare nel modo giusto, uno sviluppatore deve riuscire a capire lo scopo che un chatbot deve avere. Ovviamente, questo si basa sui bisogni dell’azienda che desidera usarlo: richiesta di preventivi, servizi di bigliettazione e molto altro.

Prima di tutto l’azienda o l’agenzia viaggi deve chiedersi: a cosa mi serve un chatbot; quali problemi mi può risolvere; e qual è il mio obiettivo.

È giusto precisare che i benefici che riesce ad apportare la tecnologia possono essere molteplici, ma allo stesso tempo bisogna domandarsi se ciò riuscirà a portare reali vantaggi a chi la utilizza, in modo tale da risolvere problematiche diversificate.

Fatte queste considerazioni, allora l’agenzia di viaggio può richiedere l’aiuto dei chatbot. Anche se, come accennato in precedenza, risulta ancora fondamentale il controllo umano. Senza questo la tecnologia non riesce ad attuare a pieno il suo compito, cioè quello di facilitare la vita all’essere umano.